C'è un omino, piccolo piccolo, ma dal grande cuore, dalla grande intelligenza e dall'impareggiabile senso di giustizia, che purtroppo viene troppo spesso criticato dalla stampa e dai politici di tutti gli schieramenti.
È un personaggio che sembra guidato solo dal senso di giustizia e dall'amore per l'economia sostenibile. Non si cura dell'opportunità politica di quello che dice (sul tema dell'opportunità politica ho scritto recentemente). Quello che dice, lo dice perché è giusto. Lo scrive perché è vero. Ci lavora perché crede nell'equità distributiva.
Il suo nome è TITO, TITO BOERI.
Scriveva Svetonio di un suo antico omonimo, Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto (imperatore di Roma dal 79 all'81 d.C.), che egli era: "Amor ac deliciae generis humani" (amore e delizia del genere umano).
Questa definizione la vedo calzante anche per il nostro Tito, sempre prodigo nell'aiutare le classi deboli a superare le iniquità cui sono sottoposte. Che si tratti di colmare il gap di trattamento pensionistico che toccherà alle nuove generazioni rispetto a quanto percepiscono le vecchie caste di privilegiati, che si tratti di difendere il ruolo economico e sociale dei migranti, qualsiasi cosa egli dica, mi trova d'accordo.
Lo seguo dai tempi dei primi Festival dell'Economia di Trento (di cui è Direttore Scientifico) e non ho mai smesso di apprezzare il suo acume e la bontà delle sue proposte. Oggi, che riveste il ruolo di Presidente dell'INPS, è ancora più evidente il suo impegno per realizzare un'equità distributiva in questa martoriata Italia, dove i politici di tutti gli schieramenti fanno riforme per ottenere consensi, non giustizia sociale.
Tito Boeri è un "tecnico" che ha a cuore la giustizia, le minoranze, le giovani generazioni, l'economia sostenibile, ed è guidato unicamente dal desiderio di mettere a disposizione le proprie competenze per risollevare le sorti del nostro Paese. In questo è un "politico", nel senso più alto del termine.
Semmai dovessi tornare ad occuparmi di politica attivamente, lo fare solo in un Partito sufficientemente coraggioso da proporre questo "scomodo tecnico" come Ministro dell'Economia. Perché "una giornata in cui non si è fatto del bene, è una giornata perduta!" (Cit. Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto).
È un personaggio che sembra guidato solo dal senso di giustizia e dall'amore per l'economia sostenibile. Non si cura dell'opportunità politica di quello che dice (sul tema dell'opportunità politica ho scritto recentemente). Quello che dice, lo dice perché è giusto. Lo scrive perché è vero. Ci lavora perché crede nell'equità distributiva.
Il suo nome è TITO, TITO BOERI.
Scriveva Svetonio di un suo antico omonimo, Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto (imperatore di Roma dal 79 all'81 d.C.), che egli era: "Amor ac deliciae generis humani" (amore e delizia del genere umano).
Questa definizione la vedo calzante anche per il nostro Tito, sempre prodigo nell'aiutare le classi deboli a superare le iniquità cui sono sottoposte. Che si tratti di colmare il gap di trattamento pensionistico che toccherà alle nuove generazioni rispetto a quanto percepiscono le vecchie caste di privilegiati, che si tratti di difendere il ruolo economico e sociale dei migranti, qualsiasi cosa egli dica, mi trova d'accordo.
Lo seguo dai tempi dei primi Festival dell'Economia di Trento (di cui è Direttore Scientifico) e non ho mai smesso di apprezzare il suo acume e la bontà delle sue proposte. Oggi, che riveste il ruolo di Presidente dell'INPS, è ancora più evidente il suo impegno per realizzare un'equità distributiva in questa martoriata Italia, dove i politici di tutti gli schieramenti fanno riforme per ottenere consensi, non giustizia sociale.
Tito Boeri è un "tecnico" che ha a cuore la giustizia, le minoranze, le giovani generazioni, l'economia sostenibile, ed è guidato unicamente dal desiderio di mettere a disposizione le proprie competenze per risollevare le sorti del nostro Paese. In questo è un "politico", nel senso più alto del termine.
Semmai dovessi tornare ad occuparmi di politica attivamente, lo fare solo in un Partito sufficientemente coraggioso da proporre questo "scomodo tecnico" come Ministro dell'Economia. Perché "una giornata in cui non si è fatto del bene, è una giornata perduta!" (Cit. Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto).