Oggi parliamo di speranza.
Non perché mi senta in colpa per l'ultimo post, ma perché ritengo realmente che questo sia un ingrediente essenziale in un manuale di sopravvivenza. Senza la speranza, l'abbiamo visto ieri nel film "I figli degli uomini", l'uomo regredisce e cessa di avere comportamenti sociali, cessa perfino di ritenere desiderabile la vita. Ecco quindi che occorre "esercitare" la speranza, perché in essa l'uomo può trovare una fonte inesauribile di forza.
Si tratta di una semplice scelta: di fronte alla catastrofe, quale che sia la sua entità, potete liberamente scegliere di avere un atteggiamento aperto alla speranza, oppure gettarvi nella disperazione.
Lo ripeto, è una mera scelta individuale, non dipende da quanto gravi siano le condizioni al contorno.
Spesso, però, l'uomo ha bisogno di motivazioni esterne per avere il coraggio di andare avanti. Giova, ad esempio, avere una fede, il credere in una religione che abbia fornito abbondanti appigli dottrinali per giustificare il dolore o soddisfacenti promesse per la vita dopo la morte.
Le religioni si sono sempre poste obiettivi formativi escatologici, perché in essi l'uomo trova conforto e speranza. Non a caso è più frequente il ricorso alla preghiera nei momenti in cui la morte o la paura della morte irrompe nel corso delle nostre esistenze.
Le motivazioni per avere speranza, però, possono andare oltre la religione. Si può decidere di avere speranza per i propri figli, come nel bellissimo e già citato film "The Road", o perché si deve compiere una missione, come nel film "Codice Genesi" (entrambi riportati nel Cap. 3).
In quest'ultimo film, in particolare, il cui titolo originale (e decisamente più bello) è The Book of Eli, il protagonista trova la forza di andare avanti perché sente di dover tramandare ai posteri la conoscenza racchiusa in un libro.
Quindi, datevi una missione. Potrebbe bastare.
L'amore di un padre per il figlio, unica forza che spinge l'uomo ad andare avanti lungo la strada (dal film "The Road") |
C'è sempre bisogno di una buona dose di fiducia in noi stessi e negli altri, nei momenti di difficoltà. Perché l'uomo può essere meglio della somma dei sui bisogni e istinti. Ma bisogna ricordarglielo.
Ecco perché voglio concludere con un discorso che evoca il meglio della nostra specie, tramite una dialettica un po' retorica, ma molto emozionante: il discorso del Presidente USA nel film "Armageddon".
I lettori più attenti ricorderanno che ho escluso Armageddon dalla Filmografia essenziale sulla Fine del Mondo; ci tengo a precisare che non l'ho fatto perché il film è troppo "hollywoodiano", ma solo perché finisce bene e a noi, come previsto dall'Assioma 1 del Cap. 5, interessano solo gli scenari veramente catastrofici.
Comunque, il discorso del Presidente in questo film merita davvero una visione: è un'iniezione di fiducia nel genere umano. E sperare diventa più facile...
Comunque, il discorso del Presidente in questo film merita davvero una visione: è un'iniezione di fiducia nel genere umano. E sperare diventa più facile...
[Continua ...]