[Segue da Cap. 12]
Le forme di pagamento ipotizzate nello scorso capitolo sono solo alcuni degli strumenti che l'uomo potrebbe adottare per tornare a rendere efficiente la sua "presenza economica" sul quel che resterà della Terra.
Ci sono poi altri oggetti che si prestano a diventare denaro contante, in virtù di un valore intrinseco che non è legato alla sopravvivenza, ma al soddisfacimento di bisogni psico-fisici marginali. Eppure importanti o importantissimi per alcuni.
Stiamo parlando delle droghe, di qualsiasi tipo, ma meglio se di largo consumo, come il tabacco e l'alcool.
Prime, fra tutte le forme di pagamento, potrebbero quindi affermarsi proprio le sigarette. È già avvenuto durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale ed è la prassi nelle carceri di tutto il mondo, dove le sigarette si scommettono al gioco, si guadagnano facendo lavori più o meno puliti, si offrono in pegno, si scambiano con oggetti o servizi (anche questi, più o meno puliti).
Nella maggior parte dei penitenziari esiste un vero e proprio sistema economico che usa le sigarette come denaro contante (comprensivo di tasso debitore e creditore sul loro prestito).
Quando si ha una dipendenza, l'effetto è di far piombare il soddisfacimento della stessa addirittura nel primo gradino della Piramide di Maslow (fra i bisogni fisiologici). Non importa quando grave sia la forma di dipendenza, un fumatore accetterà sempre come forma di pagamento delle sigarette, così come un tossicodipendente farebbe a meno della sua razione di cibo per una dose della "sua Sostanza" (Cit. David Foster Wallace, Infinite Jest).
Anche le bottiglie di superalcolici potrebbe affermarsi come strumento di pagamento, in questo caso non solo per il valore potenziale negli scambi con etilisti, ma anche per le proprietà stesse della sostanza (per disinfettare, come combustibile, ecc.).
Ma l'aspetto più interessante (e anche subdolo) di questo tipo di denaro è che ha intrinsecamente un potere sui soggetti affetti dalla dipendenza. In un contesto di scarsità di risorse la Sostanza per il tossicodipendente assume un valore esponenziale, man mano che esperimenta la privazione, ed è disposto a fare qualsiasi cosa per ottenerla (questo vale, lo ripeto, anche per quelle che riteniamo dipendenze lievi, come il fumo da sigaretta o l'assunzione di alcolici non ancora sfociata in alcolismo).
Per transazioni con sostanze, quindi, si può innescare un "effetto leva", come avviene attualmente in molte operazioni finanziarie con titoli derivati (largamente responsabili della crisi economica mondiale che viviamo!).
In questo caso, quello che in gergo tecnico si chiama "sottostante", non è il petrolio, il grano o l'oro. È il controllo sul potenziale di azione dei tossicodipendenti, la loro manipolazione per fini e transizioni ad alto valore aggiunto per i detentori dei titoli.
Morale: se avete una qualche dipendenza, è arrivato il momento di liberarvi; se non l'avete, fate incetta di stecche di sigarette e superalcolici, perché, ahimè, qualche "dipendente" da controllare lo troverete senz'altro.
[Continua ...]