È tempo di bilanci. Ormai manca davvero poco alla Fine del Mondo, e quei pochi consigli di "sopravvivenza economica" che potevo darvi ve li ho dati. Questi ultimi post forse è meglio dedicarli allo scopo più importante di questo strampalato manuale, sebbene volutamente celato e intriso di ironia: fare una meditazione, condivisa, sulla Terra e i suoi inquilini (parafrasando il titolo di un illuminante libro di Carl Sagan). Perché pensare alla Fine, ci rende saggi (vedi Cap. 27).
Ed è pensando alla fine di questi post che mi sono reso conto di non essere, in realtà, pronto. Ho vissuto questo countdown (vedi Cap. 1) come si vive l'attesa per un evento qualsiasi, concentrato a fare "i preparativi", ma non totalmente disposto a mettermi in discussione ad un livello profondo.
Riflettevo e meditavo sulla Fine mentre scrivevo i capitoli di questo End of the World Economy, ma subito dopo ripiombavo nella quotidianità, con i soliti ritmi, le solite contraddizioni. È come se, nell'ultimo mese, mi fossi ritagliato una finestra di tempo da dedicare ad una preparazione che in realtà non poteva mai compiersi del tutto, perché, spento il computer, non davo modo alle riflessioni fatte di modificare la mia vita. Uno stato di cambiamento latente, ma mai effettivo.
Sono un "millenarista" pentito, quindi, ma non per aver creduto possibile (se non addirittura auspicato) una Fine del Mondo. Solo perché non sono stato in grado cogliere fino in fondo le opportunità che questa Fine portava con sé.
Leggendo quello che gli internauti si chiedono sul Web in questi giorni, ho capito che la domanda più semplice nasconde il koan (vedi Cap. 9 e Cap. 10) più potente:
Se venerdì 21 dicembre 2012 fosse davvero il giorno della Fine del Mondo, cosa vorreste fare?
Ecco, ponetevi questa domanda, fate questo esercizio. Ma fatelo davvero, con convinzione (ricordate l'importanza dell'immaginazione e immedesimazione richiesta in questo percorso).
Anzi, per aiutarvi, riformulo la domanda: se venerdì doveste morire, cosa vorreste fare prima?
Perché è questo il punto! La parola Fine, anche se con la "F" maiuscola, addolcisce troppo il concetto. Il tema è la Morte, la grande paura che ci affanniamo a schivare, ma che è lì, ci aspetta, non ha fretta.
Potrebbe non essere il prossimo 21 dicembre, ma sappiamo, con certezza, che prima o poi verrà quel momento. Perché non essere pronti, allora?
Rileggendo i capitoli di questo insolito manuale spero troverete qualche spunto per essere pronti. Perché è in quella serenità lo scopo dell'esistenza. Io non ce l'ho, non so di cosa parlo, ma anche se l'avessi, non potrei comunicarvela, non è qualcosa che si insegna. È qualcosa che si conquista.
L'eternità per alcuni è una bugia, per altri una certezza, per altri ancora una fumosa promessa, per pochi una conquista dell'attimo presente. Ecco vivete per quell'attimo.
Vi racconto un aneddoto. Anzi, no, è un fatto. Un fatto vero.
Una persona a me cara, tempo fa, mi inviò per e-mail un file con preghiera di aprirlo solo se fosse morto. Stava andando a fare, per la prima volta, un lancio col paracadute e, nella remota eventualità che qualcosa fosse andato storto, voleva che le cose in sospeso fossero sistemate. Fortunatamente andò tutto bene, ciononostante gli chiesi di poter leggere il file; non si trattava di mera curiosità, volevo davvero pormi nell'ottica di chi sta per chiudere i conti con la propria esistenza terrena.
Il documento conteneva poche e semplici disposizioni, con qualche parola di commiato. Ma la serenità e la profondità che trasparivano da quelle righe erano qualcosa di indescrivibile, di bello e puro, di autentico. È stato per me oggetto di riflessione per mesi e ancora adesso, quando il mio cruccio quotidiano sono le azioni che salgono o scendono, mi capita di fermarmi e rileggere quel file: ritrovo una dimensione più umana e meno effimera dell'esistenza.
Ecco, un ultimo esercizio prima della Fine del Mondo: scrivete le vostre ultime disposizioni, come se davvero il 21 dicembre fosse il vostro ultimo giorno sulla Terra, e datele ad un amico, affinché sia vostro esecutore testamentario. Non sprecate questo ultimo gesto, prendetevi tutto il tempo che vi occorre, aprite quella bottiglia che conservavate per chissà quale occasione, ascoltate la musica che vi emoziona di più (perché le emozioni sono importanti!), scrivetele con la china verde (NdR: omaggio a Gandalf) su carta pergamena e chiudetele con la ceralacca rossa. E date libertà all'amico, se tutto andrà bene, di leggere comunque le vostre righe; sarà così una riflessione condivisa dal potenziale "virale", come piace a noi markettari.
Scena dal film "Codice Genesi", riportato nella Filmografia Essenziale sulla Fine del Mondo (vedi Cap. 3) |
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