I risultati delle elezioni amministrative 2011 stanno ormai prendendo forma e, fra i commenti gracchianti dei politicanti nei talk-show televisivi, apprendo che il centro-sinistra, qualsiasi cosa voglia dire questo termine, sta vincendo ampiamente nelle principali provincie e comuni italiani che sono andati al voto.
Forse dovrei gioire, forse dovrei rallegrarmi per questi flebili accenni di risveglio del popolo italiano. Ma mi sento distante, quasi triste per una rivoluzione che non è più dietro l'angolo. Si passa da un male all'altro, con il labile conforto che l'ultimo sia minore del precedente.
Questa politica è malata, questo Paese lo è. Tuttavia mi sforzo di credere, ancora una volta, che il cambiamento possa esserci, che le ultime elezioni possano avere un senso...
Continuano ad arrivare risultati dai seggi scrutinati, continuano a beccarsi nei salotti della politica televisiva i soliti stolti corvi gracchianti...
Più di tutti risuona il risultato di Pisapia a Milano, che supera la Moratti oltre ogni aspettativa, e c'è chi, giocando con l'assonanza del suo nome, conia lo slogan "La Breccia di Pisapia".
Ecco mi piace il claim, mi piace l'idea, ma tutto lì. Mi sento distaccato dal significato politico, stanco della corsa all'interpretazione dei risultati elettorali.
In fondo non ho una rappresentanza politica nella quale identificarmi; mi piace Vendola, mi piace il Movimento 5 Stelle, forse persino Grillo; nel PD stimo più Matteo Renzi che qualsiasi altro leader.
Forse è questa cronica sfiducia nella classe dirigente dei partiti che non mi permette di gioire.
... Però "La Breccia di Pisapia" è un bello slogan, deve averlo fatto un copywriter di sinistra.
Per ora rimando ogni decisione di emigrare, in fondo, se l'Italia può creare La Breccia di Pisapia...