Blog "di viaggio" di Luca Martino, dove Filosofia, Politica, Economia, Marketing, Web e SEO sono di strada.
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31 dicembre 2009
La fine è il mio inizio
27 dicembre 2009
Apologia della Pubblicità
"La funzione vera della pubblicità consiste nel vestire gli oggetti esistenti con significati simbolici, unendo alla loro funzione pratica (del tutto muta ed inespressiva) un valore linguistico di comunicazione sociale e - in senso antropologico - culturale.”Michele Rizzi
24 dicembre 2009
22 dicembre 2009
Ancora sul Marketing Etico
20 dicembre 2009
Marketing & Etica
"[...]Per spiegare meglio questi concetti sulle capacità di differenziazione dei prodotti effettuate dalla marca ricorro ad una dimostrazione per assurdo: fingiamo che non ci siano marche, che non siano mai nate. Se entrassimo in un supermercato - ammesso che possa esistere così - ci troveremmo di fronte ad una scena di questo tipo: i prodotti sono presentati in confezioni anonime, bianche, riportanti solo il nome del contenuto, neanche il nome del produttore, perché altrimenti sarebbe la marca, nessuna decorazione sulla confezione, o packaging, nulla che differenzi i prodotti, tranne un elemento della comunicazione che non può essere soppresso se il prodotto vien messo in vendita: il prezzo. Certo, perché anche il prezzo è una parte determinante della comunicazione d’impresa, determinato da strategie di marketing oltre che da conti economici.E i prezzi parlano. Un prezzo alto dirà: “Se compri me sai di ottenere un prodotto di qualità superiore”, il luogo comune “più spendi meglio spendi” agisce in suo favore. Un prezzo basso dirà: “Io non ho molte pretese, se non puoi permetterti qualcosa di meglio, accontentati di me”.Un prezzo medio invece dirà: “Io sono a metà strada, non sarò di qualità superiore, ma il prezzo non è eccessivamente alto, puoi accontentarti”.Posti di fronte a questo tipo di mercato come ci comporteremmo?Per esperienza, avendo posto spesso questa domanda in vari corsi, so che stravince il prodotto dal prezzo medio.Bene, che fine farebbero gli altri produttori? O eguagliano il prezzo, e allora non sono più riconoscibili, o escono dal mercato, cioè falliscono.Pensate a cosa sarebbe il mercato gestito in oligopolio, cioè da pochi produttori vincenti, e a quanti lavoratori sarebbero senza lavoro.Ma ecco che le cose stanno diversamente, perché la comunicazione d’impresa - brevemente la pubblicità - diversifica i vari prodotti, riempiendoli di emozioni, dando loro una personalità, che va ad aggiungersi alle loro prestazioni o alla capacità di rispondere ai bisogni, rendendoli, in una certa misura, unici e talvolta mitici."
17 dicembre 2009
13 dicembre 2009
...ulteriori riflessioni su Google e sul SEM
6 dicembre 2009
Google e la verità relativa
15 novembre 2009
Chi ben comincia...
31 ottobre 2009
Compagni di viaggio
Partiremo un giorno in due...Partiremo un giorno d’autunno,perché sono i turisti che partono d'estate. Partiremo d’autunno perché non abbiamo paura di andare incontro all'inverno. E partiremo di mattina presto, per mettere, durante il primo giorno di viaggio, quanta più distanza è possibile tra noie la nostra casa; così che, a sera, non ci venga in mente di tornare indietro. Partiremo in due. Due amici, due amanti, due nemici, due complici, due pellegrini, due fuggitivi. Due di due concetti, di due cuori, di due opposte sensibilità, due di due idee, ritrovate una volta in un libro, poi dimenticate. Partiremo perché è ora, non perché dobbiamo. Partiremo perché vogliamo, non perché è tardi. E, soprattutto, partiremo per non arrivare, perché in fondo non ci è mai interessato; perché la vita ci ha insegnato che è la strada che fa il pellegrino, non la meta.
7 ottobre 2009
Giubilo
7 settembre 2009
Oltre le Alpi
27 agosto 2009
Andare oltre
5 agosto 2009
Riflessione pomeridiana dopo la lettura di "Ogni cosa è illuminata" di J. S. Foer
26 luglio 2009
L'estate è finita
15 luglio 2009
Lontani dalla Realtà
Ieri sono andato a sentire Alejandro Jodorowsky al Teatro Tenda di Pergine Valsugana. L’altro ieri ho fatto una riunione con la “corrente” interna al PD trentino, che fa riferimento a due candidati che ho supportato nelle ultime elezioni provinciali, per discutere dell’imminente iter precongressuale del Partito. Cosa hanno in comune Jodorowsky e la riunione politica?? Il surrealismo! Ma mentre per il primo si tratta di una scelta artistico-letteraria, nel secondo caso il termine si riferisce al totale distacco dalla realtà, alla distanza abissale tra i dati frutto di analisi e la conseguente programmazione politica.
Per farla breve, lunedì ho provato un profondo sconforto nel constatare che il PD non è “nuovo”, non è pronto alla sfide di oggi (né tanto meno a quelle di domani), non è democratico, non è in grado di recepire le richieste della base, non si rende nemmeno conto che la realtà è diversa da quella che dipingono i molteplici leader o presunti tali che da decenni vivono di poltrone.
Durante la riunione ho preso la parola per esprimere il mio rammarico nel constatare che i candidati alla segreteria del Partito erano i soliti politicanti incapaci (sì, diciamocelo, incapaci) e che non potevano garantire nessun futuro al PD. Ho provocatoriamente detto che avrei preferito la candidatura di Beppe Grillo, pur di avere uno slancio di rinnovamento interno, una spinta idealista che ormai latita all’interno dei palazzi del potere. Mi hanno avanzato obiezioni che in un altro contesto avrei bollato come "di destra". “Grillo è un comico, snaturerebbe il PD che con tanta fatica abbiamo costruito” Ma non credete che, se Grillo ottiene un buon risultato, è perché il popolo del PD sta cambiando, e che forse vuole dire ai vari Franceschini/Bersani/D’Alema/Fassino/Veltroni/Bindi/Marino che la smettessero di fare gli intrallazzoni e iniziassero ad essere movimentisti ed idealisti?! “Grillo non crede negli ideali del PD, quindi non va ammesso” Ma scusate, quando uno si iscrive dichiara di accettarli, e se non li rispetta lo si può sempre espellere! Non si può precludere un’iscrizione ad un Partito sulla base di una presunta “colpevolezza ideologica”!!! “E se poi vince davvero?” Ma buon Dio, se vince è perché è stato democraticamente eletto dagli iscritti del PD!!! Forse ai nostri dirigenti di Partito fa paura vedere quanto dissenso interno convergerebbe sulla candidatura di Grillo??? La verità è che si ha paura del confronto democratico. Sì, il Partito Democratico non è democratico; si chiude, perché ha paura che la sua base mandi un segnale forte alla dirigenza vecchia e logorata dal potere. Non accettare la candidatura di Grillo è una vergogna, e vorrei strappare la tessera solo per questo. Se poi ai commenti sprezzanti dei candidati alla segreteria del PD aggiungiamo quello che dicono le dirigenze territoriali del Partito, c’è da rimanere ancora di più amareggiati. Nell’incontro di lunedì si è dato per scontato che il candidato da appoggiare fosse Bersani. Prima ancora di iniziare un dibattito. Forse perché la Bindi, a cui fanno riferimento alcuni del nostro gruppo, si è già schierata con lui?? Ma come si può scegliere se ancora non ci sono piattaforme programmatiche? La logica sembra essere quella che il singolo iscritto si affidi all’indicazione della sua “correntuccia” territoriale, la quale fa riferimento ad una corrente di un qualche leader nazionale, il quale si inserisce nel “correntone” più conveniente. E quando sarà il momento di parlare di contenuti?? Quando esistevano ancora i DS (che comunque mi mancano), ho potuto vedere questi modi chiusi, serrati, di prendere le decisioni interne. Mi ricordo diversi anni fa, quando la sezione che frequentavo votò quasi unanimemente la “mozione Fassino”. A me piaceva quella di Mussi e non capivo come mai non trovasse consensi. Ero uno sciocco; credevo che si trattasse di contenuti. Il voto di un iscritto è un voto pilotato, ingessato, forse addirittura “obbligato” dalla catena di vassallaggio che negli anni si è consolidata.
I veri leader non hanno bisogno di queste logiche per far valere la propria linea. Ma purtroppo la Sinistra non ha leader degni di questo nome ormai dalla morte di Enrico Berlinguer. E il motivo è che c’è un caporalato (se volete, estendete pure il significato di questo termine) che si fa lotte intestine e non accetta mai di essere deposto (vi consiglio, a tal riguardo, il libro di Alessandra Sardoni, “Il fantasma del leader”).
Ma entriamo nel merito delle candidature; crediamo davvero che quei signori valgano qualcosa? Per una volta cerchiamo di abbandonare la logica del “voto il meno peggio”, proviamo a pensare ad un candidato ideale che ci piaccia davvero, che ci entusiasmi, che ci renda contenti del voto che esprimiamo. Credete che Bersani, Franceschini o Marino rispondano a questa esigenza? Circa Bersani, tanto per fare un esempio, solo chi non capisce nulla di economia può dire che le liberalizzazioni sono state un successo. Sì, mi si dirà che almeno sono qualcosa. Ma per una volta cerchiamo di non fare il discorso da uomini di sinistra che devono difendere l’operato dei politici che hanno votato. Il risultato è che dovremmo ammettere che Bersani ha fatto un centesimo di quello che doveva fare, e che il mercato ha già vanificato il 90% dei sui provvedimenti. Era meglio statalizzare, a questo punto. E se penso a chi lo appoggia mi vengono i brividi: Baffetto (D’Alema), che non ha la stoffa di leader di Baffone (Stalin), ma sola la cattiveria e la tendenza al complotto, lo appoggia; e sarebbe anche solo questo un motivo per starne alla larga. Pensiamo a Franceschini; solo chi non ha in mente l’importanza di un Segretario forte e capace può pensare che Franceschini sia in grado di guidare il Partito verso una prospettiva di governo. Senza contare che, in quanto braccio destro di Veltroni ha delle responsabilità oggettive circa i fallimenti elettorali del PD. Provo disistima perfino per la Serracchiani, che si è fatta mettere da parte per accontentare i suoi superiori (appoggia Franceschini). Il Nuovo non deve aver paura di rompere con il Passato, altrimenti è anch’esso parte di quel sistema. E la sua non candidatura è la prova che andare contro la dirigenza vecchia e logora necessita di una buona dose di coraggio. Ma cosa possiamo sperare, se il meglio che la politica italiana può offrirci è questo?! Ricordando Jodorowsky: Non so dove vado, ma so con chi vado. Non so dove sono, ma so che sono in me. Non so che cosa sia Dio, ma Dio sa che cosa sono. Non so che cosa sia il mondo, ma so che è mio. Non so quanto valgo, ma so non fare paragoni. Non so cosa sia l'amore, ma so che godo della sua presenza. Non posso evitare i colpi, ma so come sopportarli. Non posso negare la violenza, ma posso negare la crudeltà. Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare me stesso. Non so che cosa faccio, ma so che sono fatto da ciò che faccio. Non so chi sono, ma so che non sono colui che non sa. Mi aggrappo alla terzultima frase… e, nella consapevolezza di non poter cambiare il mondo, continuo a lavorare su me stesso.
14 luglio 2009
28 giugno 2009
La Metafisica della Qualità
Oggi ho scritto una voce per l'Enciclopedia Libera Wikipedia. Sono anni che supporto il progetto (per un periodo su questo blog c'è stato anche il banner per fare le donazioni), ma mai prima d'ora avevo scritto una voce da zero. Il fatto è che stavo approfondendo il pensiero di Robert M. Pirsig, dopo aver riletto il suo fantastico libro "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", ma non trovavo informazioni chiare sulla sua filosofia. Per quanto navigassi su internet, non riuscivo a trovare una sintesi che mi chiarisse in definitiva cosa significasse "Metafisica della Qualità". Anche Wikipedia, pur citandola a proposito di Pirsig, non aveva una voce dedicata all'argomento. Per cui, dopo aver dedicato il pomeriggio a chiarirmi le idee, ho deciso di raccogliere gli appunti e scrivere nell'Enciclopedia Libera la voce Metafisica della Qualità.
Ma il punto centrale che mi preme condividere è questo: è stata una bella esperienza. Sebbene sia solo l'inizio (perché le voci possono essere continuamente modificate e ampliate dagli utenti), ho sentito forte la bellezza della condivisione, del sapere che cresce grazie a piccoli contributi di ciascuno. E, per una volta, tutte le letture di questi ultimi mesi non mi sono apparse come tempo sprecato!
“Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore”
(da Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta di Robert Maynard Pirsig)
11 giugno 2009
Commento
3 giugno 2009
Due parole sul futuro
24 maggio 2009
Outdoor Management Training
Ieri e l'altro ieri sono stato ad un corso formativo decisamente particolare, con tutto il team della società dove lavoro. Nel Parco Naturale dello Sciliar in Alto Adige, in un hotel immerso nel verde, abbiamo partecipato ad un corso intensivo, organizzato per noi da una società specializzata in Outdoor Management Training. Dire che è stato un week end interessante è riduttivo. E' stata un'esperienza nuova, molto forte, capace di lasciare il segno in maniera profonda. Tuttavia credo che per avere risultati interessanti non basti "scuotere" i membri di un gruppo, bisogna fornire loro elementi risolutivi per permettere il successo nel raggiungimento di obiettivi comuni.
Credo che ArchimedeCreativa vedrà i frutti del lavoro che sta facendo su se stessa solo se saprà riprogettarsi in un'ottica più dinamica, dove i ruoli e i task di ognuno siano, in ogni progetto, frutto di un processo di condivisione. In caso contrario quello che è stato pensato come un processo formativo rischia di essere un mero elemento destabilizzante per il gruppo.