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Blog "di viaggio" di Luca Martino, dove Filosofia, Politica, Economia, Marketing, Web e SEO sono di strada.
Pur essendoci passato spesso, ma solo di sfuggita (per prendere l'aereo), non avevo mai visitato Verona.
L'occasione si è presentata sabato scorso, quando con mia madre (che è qui da me per qualche giorno di riposo) siamo andati a fare una "one-day trip" in quel di Verona.
... città bellissima, che mi conferma come l'Italia sia il paese più bello del mondo.
«Deliziosa Verona! Con i suoi bei palazzi antichi e l'incantevole campagna vista in distanza da sentieri praticabili e da solide gallerie con balaustra. Con i suoi tranquilli ponti romani che tracciano la retta via illuminando, nell'odierna luce solare, con tonalità antiche di secoli. Con le chiese marmoree, le alte torri, la ricca architettura che si affaccia sulle antiche e quiete strade nelle quali riecheggiavano le grida dei Montecchi e dei Capuleti ...»
(da Picrures from Italy di Charles Dickens)
La strada mia La strada è lunga, ma er deppiù l'ho fatto: so dov'arrivo e nun me pijo pena. Ciò er core in pace e l'anima serena der savio che s'ammaschera da matto. Se me frulla un pensiero che me scoccia me fermo a beve e chiedo aiuto ar vino: poi me la canto e seguito er cammino cor destino in saccoccia.Trilussa
"Amo leggere la vita di alcuni santi partendo dalla fine; ricomincio a sperare che qualcuno possa tornare ad essere uomo."Stanisław Jerzy Lec
La cosa che proprio non capisco è perché gli artisti moderni sembrano conoscere come unico mezzo di espressione quello cinematografico, mentre si vanno sempre più dimenticando le nobili arti della pittura e della scultura. Possibile che oggi per fare arte bisogna impressionare il pubblico con video agghiaccianti?? C'è una sorta di gusto barocco nel voler stupire a tutti i costi; ma del barocco manca ogni ricerca di forma e bellezza. O forse quella a cui assistiamo è un'evoluzione necessaria dell'Arte. Ma, francamente, non la capisco.
Un po' di mare, un po' di montagna, e l'estate è finita.
Di tramonto in tramonto vedevo la fine di ogni singolo giorno come promessa della fine ineluttabile di queste vacanze, durante le quali è mancato un bel viaggio, che pure desideravo tanto. Ma è giunto l'ultimo tramonto incredibilmente veloce, e ho avuto appena il tempo di rendermi conto che non sarei partito per nessun paese nuovo.
Karma, direbbero i buddisti. E con meno tranquillità di come potrebbe fare un saggio, accetto il non essere partito con un po' di rassegnazione e un po' di speranza... Magari in un'altra vita andrà meglio.
Fai l'agguato a una piuma di merlo l'intero manca anche a te senza saperlo da Poesie per un gatto di Vivian Lamarque
DON JUAN: «Tutto è solo una strada tra tantissime possibili. Devi sempre tenere a mente che una strada è solo una strada; se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione. Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall'ambizione.»
da Gli insegnamenti di don Juan di Carlos Castaneda
Volevo raccontare l'estate, ma non non trovavo le parole per comunicare l'emozione di questa nuova "presa di consapevolezza temporale"...
Sono uscito sul balcone per mangiare qualche ciliegia presa direttamente dal mio alberello preferito, e ho capito che forse il modo migliore di lasciar passare le emozioni suscitate da questa stagione era fare delle foto alle piante che tanto generosamente mi offrono i loro frutti e profumi.
enjoy the summer
"Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina"
Agostino d'Ippona
Questo compleanno è stato speciale. Con mio cugino Raffaele, i miei zii ed i miei genitori, ha avuto un sapore meno nostalgico e più ottimista compiere 26 anni. C'è chi dice che dopo il quarto di secolo inizi la parabola discendente... chissà! Però per me è stato un bel momento per riflettere, più che sullo scorrere del tempo, su quanto sia fortunato ad avere la famiglia che ho.
676 di questi giorni.
Per queste Elezioni Politiche 2008 sarò segretario di seggio qui a Trento, e per la prima volta voterò nel mio nuovo comune di residenza. Sì, certo, per i Referendum mi è capitato di votare anche a Pisa, ma le Politiche sono un'altra cosa...
E, diciamocelo, per chi ancora ci crede sono un momento bello, coinvolgente.
Oggi, durante l'insediamento del nostro seggio, stremato per le centinaia di schede da timbrare e sistemare, ho avuto una specie di illuminazione: e se davvero ce la facessimo??
Non intendo solo il Partito Democratico, ma se davvero l'Italia si scrollasse di dosso questo velo di apatia e disfattismo e si rimboccasse le maniche? Se decidessimo che in fondo possiamo farcela, e che vale la pena darsi da fare per migliorare la qualità della nostra vita e quella dei nostri figli?
L'attimo dopo ero ad imprecare perché nell'estasi ottimista (durata tra l'altro non più di 20-30 secondi) avevo perso il conto delle schede.
Non lo so cosa verrà fuori da queste Elezioni. La mia unica speranza è che da questo aprile, come Nanni Moretti si auspicava in qualche Aprile di diversi anni fa, venga fuori qualcosa di sinistra. E se non di sinistra, almeno di civiltà...
Oggi ho rivisto le foto che avevo scattato a questa esile piantina che ho sul balcone di casa, nei posts del 10 novembre 2007 e del 04 gennaio 2008... e, con una nota malinconica nell'animo, ho pensato di aggiungere anche quest'altra stagione, che finora mancava, poiché un'anno fa, di questi tempi, non avevo ancora preso casa.
Inutili altre riflessioni sul tempo, ne ho lungamente parlato su questo sito. Però una cosa volevo aggiungerla.
Francesco Guccini, nel 2000, uscì con un album bellissimo, STAGIONI, per l'appunto. Le canzoni erano:
Addio (intro)
Stagioni
Autunno
E un giorno...
Ho ancora la forza
Inverno '60
Don Chisciotte
Primavera '59
Addio
Ora, a ben ascoltare le canzoni, le "stagioni" rappresentavano le fasi della sua vita, valide un po' per tutte le vite. Alcune, come Autunno, sono poesia pura, fondamentalmente descrittive, ma con riflessioni filosofiche alquanto depressive; altre, come Stagioni, sono "commemorative" di un'epoca storica oramai finita.
Il punto è che, pur con diverse sfumature, tutte le canzoni sono tristi. Persino Ho ancora la forza, antitesi e in un certo qual modo anche preludio di Addio, è triste.
Alla fine di ogni stagione, si deve far la conta degli amici andati e dire: ci vediamo più tardi...
«Che tutti siano uno» (Gv.17,21). Per queste parole siamo nati, per l'unità, per contribuire a realizzarla nel mondo. Chiara Lubich
Venerdì, Ciccio Veltre e Francesco Scigliano sono venuti a trovarmi in quel di Trento.
Abbiamo passato un fine settimana all'insegna del vivere intensamente quel poco che a vivere ci è dato.
Ciccio, Andrea Felix (mio collega di lavoro), io e Scigliano, ci siamo immersi nella Trento più vera, quella fatta di presente e passato. Dopo una visita al Lago di Caldonazzo, una cena al Pedavena, un passaggio al Centro Sociale Bruno, alla Cantinota e un drink alla Sacrestia, siamo approdati ad un luogo storico che però era chiuso: La Scaletta.
Abbiamo scattato una foto, come se chiunque potesse capire l'importanza di un posto che non ha vissuto.
Ma nessuno può. Capire, sentire sulla sua pelle le emozioni di un passato che non torna. Sotto le volte della Cantinota un tempo si riunivano ragazzi entusiasti e vogliosi di cambiar il modo: delle Brigate Rosse, però, ora non resta niente. Ragazzini viziati e menefreghisti si dimenano al suono di musica tanto stordente quanto insignificante, come animali vogliosi di dimostrare la loro originalità; peccato che risultano tristi nel loro essere uguali a se stessi.
La Scaletta, chiusa da mesi, ci ricorda che i posti di incontro tra cultura e divertimento appartengono forse ad un'altra epoca...
Guido piano, e ho qualcosa dentro al cuore; che mistero, non so neanche dove andare...
La vita è come il cammino in un labirinto. E gli uomini credono che lo scopo sia quello di trovare l'uscita. Ogni uomo o donna ha il suo personale labirinto, che è diverso da quello di ogni altro. In questo labirinto sono disseminati per terra tanti pezzi di un puzzle e l'immagine che vien fuori dalla composizione di questo puzzle non è altro che la mappa del labirinto stesso.
Noi uomini, quindi, siamo alla perenne ricerca di questi pazzi pezzi di un impossibile puzzle; impossibile perché i pezzi non sono facili da comporre, in quanto non è detto che quelli che trovi si riferiscono alla medesima parte della mappa. Oppure magari riesci a comporre una parte della mappa, poiché hai trovato una decina di pezzi contigui, ma non è detto che tale pezzo rappresenti la zona della mappa in cui ti trovi, e quindi ti è inutile per uscire dal labirinto. Può essere per fortuna, caso, o Provvidenza che a volte trovi dei pezzi utili, che ti aiutano a comporre una buon pezzo di mappa, e ti sembra di capire dove ti trovi e dove devi andare. Spesso gli uomini provano a condividere questo tipo di intuizione con gli altri. Alcuni scrivono libri, altri fondano religioni, ma tutti hanno in cuore l'obiettivo di condividere col prossimo la propria mappa. Peccato che i labirinti rappresentati siano differenti. Certo, alcune cose sono simili, come le pareti, la pavimentazione di cui è fatto il tracciato, e quindi il confronto con l'altro è alla base della crescita dell'individuo; perfino la tecnica per comporre i pezzi può essere importante confrontare col prossimo. Ma resta il fatto che siamo fondamentalmente soli in questo cammino.Quindi gli uomini si affannano a raccogliere quanti più pezzi possono, ma spesso la morte li coglie che sono a pochi metri di distanza da dove sono partiti. Molti girano in tondo, altri arrivano quasi vicino all'uscita del labirinto, senza rendersene conto. Fatto sta che, se qualcuno riesce ad uscire, non può spiegarlo agli altri.
Chi cammina solo può partire oggi, ma chi viaggia in compagnia deve attendere finché l'altro non è pronto.
Henry David Thoreau
Titolo: 01/01/2006, ore 6.05 a.m. (alla finestra)L'alba del nuovo mondo,
il sole del nuovo anno,
sorge lì, dietro le montagne.
Ed io non la scorgo.