Blog "di viaggio" di Luca Martino, dove Filosofia, Politica, Economia, Marketing, Web e SEO sono di strada.
Cerca nel blog
31 dicembre 2008
2008: l'anno della crisi - Fine di un'epoca
15 dicembre 2008
IMPRIMATUR - storia di un libro
7 dicembre 2008
Per ricordare
25 novembre 2008
Marco is earning a degree
24 novembre 2008
19 novembre 2008
Verona
Pur essendoci passato spesso, ma solo di sfuggita (per prendere l'aereo), non avevo mai visitato Verona. L'occasione si è presentata sabato scorso, quando con mia madre (che è qui da me per qualche giorno di riposo) siamo andati a fare una "one-day trip" in quel di Verona. ... città bellissima, che mi conferma come l'Italia sia il paese più bello del mondo.
«Deliziosa Verona! Con i suoi bei palazzi antichi e l'incantevole campagna vista in distanza da sentieri praticabili e da solide gallerie con balaustra. Con i suoi tranquilli ponti romani che tracciano la retta via illuminando, nell'odierna luce solare, con tonalità antiche di secoli. Con le chiese marmoree, le alte torri, la ricca architettura che si affaccia sulle antiche e quiete strade nelle quali riecheggiavano le grida dei Montecchi e dei Capuleti ...» (da Picrures from Italy di Charles Dickens)
15 novembre 2008
on the way
La strada mia La strada è lunga, ma er deppiù l'ho fatto: so dov'arrivo e nun me pijo pena. Ciò er core in pace e l'anima serena der savio che s'ammaschera da matto. Se me frulla un pensiero che me scoccia me fermo a beve e chiedo aiuto ar vino: poi me la canto e seguito er cammino cor destino in saccoccia.Trilussa
12 novembre 2008
Elezioni Provinciali in Trentino: una riflessione sulla partecipazione
29 ottobre 2008
1968 - 2008
18 ottobre 2008
Per un sistema formativo pubblico
17 settembre 2008
Pensieri Spettinati
"Amo leggere la vita di alcuni santi partendo dalla fine; ricomincio a sperare che qualcuno possa tornare ad essere uomo."Stanisław Jerzy Lec
2 settembre 2008
L'arte che non capisco
La cosa che proprio non capisco è perché gli artisti moderni sembrano conoscere come unico mezzo di espressione quello cinematografico, mentre si vanno sempre più dimenticando le nobili arti della pittura e della scultura. Possibile che oggi per fare arte bisogna impressionare il pubblico con video agghiaccianti?? C'è una sorta di gusto barocco nel voler stupire a tutti i costi; ma del barocco manca ogni ricerca di forma e bellezza. O forse quella a cui assistiamo è un'evoluzione necessaria dell'Arte. Ma, francamente, non la capisco.
28 agosto 2008
OneDay Stage con Trentino Sviluppo
22 agosto 2008
KarmaSunset
Un po' di mare, un po' di montagna, e l'estate è finita.
Di tramonto in tramonto vedevo la fine di ogni singolo giorno come promessa della fine ineluttabile di queste vacanze, durante le quali è mancato un bel viaggio, che pure desideravo tanto. Ma è giunto l'ultimo tramonto incredibilmente veloce, e ho avuto appena il tempo di rendermi conto che non sarei partito per nessun paese nuovo.
Karma, direbbero i buddisti. E con meno tranquillità di come potrebbe fare un saggio, accetto il non essere partito con un po' di rassegnazione e un po' di speranza... Magari in un'altra vita andrà meglio.
7 luglio 2008
L'Intero
Fai l'agguato a una piuma di merlo l'intero manca anche a te senza saperlo da Poesie per un gatto di Vivian Lamarque
11 giugno 2008
Le mille possibili strade
DON JUAN: «Tutto è solo una strada tra tantissime possibili. Devi sempre tenere a mente che una strada è solo una strada; se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione. Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c'è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall'ambizione.»
da Gli insegnamenti di don Juan di Carlos Castaneda
7 giugno 2008
quando rossi di frutti...
Volevo raccontare l'estate, ma non non trovavo le parole per comunicare l'emozione di questa nuova "presa di consapevolezza temporale"...
Sono uscito sul balcone per mangiare qualche ciliegia presa direttamente dal mio alberello preferito, e ho capito che forse il modo migliore di lasciar passare le emozioni suscitate da questa stagione era fare delle foto alle piante che tanto generosamente mi offrono i loro frutti e profumi.
enjoy the summer
2 giugno 2008
Mercato e Democrazia?
Quest'anno il tema centrale del Festival dell'Economia di Trento è stato "Mercato e Democrazia". Per la verità io ci vedo un bel punto interrogativo nel titolo, e sono arrivato a tale conclusione dopo aver seguito diverse delle conferenze in programma in questi giorni.
Ascoltando le analisi di Federico Rampini, Francesco Giavazzi, Guido Rossi, Sergio Marchionne e tanti altri, si è radicata in me l'idea che il mercato, nell'accezione voluta dall'economia classica, è un'illusione collettiva; ed il fatto che ci sia una correlazione stretta tra la democrazia, i diritti umani, i progressi sociali e il libero mercato è una illusione ancora più grande. Basta guardare alla Cina e se ne ha una prova.
Qualcuno diceva di sperare nell'India..., ma il dato di fatto è che questo mercato, queste democrazie occidentali, questo sviluppo, ci hanno portato ad un punto di "svalutazione valoriale" incredibile. Ben più grave di qualsiasi crisi finanziaria è la crisi della società di oggi, che io credo sia principalmente dovuta al valore centrale del capitalismo: l'egoismo.
17 maggio 2008
Due anni di questo blog
Due anni fa nasceva questo sito internet.
Rileggevo il primo post, e pensavo a quante cose cambiano in due anni.
Pur tuttavia il WWT rimane il sogno nel cassetto, il desiderio che esprimo quando spengo le candeline.
85 di questi giorni.
8 maggio 2008
Sulla necessità del viaggiare
"Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina"
Agostino d'Ippona
4 maggio 2008
I colori del mondo
L'estate è alle porte e si riaffaccia l'idea di continuare il Whole World Trip, che ormai, per forza di cose, procede a tappe.
Per fare il punto della situazione ho iniziato a riempire una mappa con le bandiere degli stati dove sono stato; è raggiungibile da questo link: mappa.
Il collegamento sarà anche sul menù di navigazione, per tenere aggiornati eventuali progressi del progetto.
La voglia di continuare a scoprire i colori del mondo è ancora tanta, ma il tempo e le opportunità scarseggiano. Ciononostante spero che questa estate si apra uno spiraglio.
L'anno scorso è stata la volta di Stati Uniti e Canada..., quale bandiera varrà la pena di aggiungere quest'anno?
26 aprile 2008
26 il 26
Questo compleanno è stato speciale. Con mio cugino Raffaele, i miei zii ed i miei genitori, ha avuto un sapore meno nostalgico e più ottimista compiere 26 anni. C'è chi dice che dopo il quarto di secolo inizi la parabola discendente... chissà! Però per me è stato un bel momento per riflettere, più che sullo scorrere del tempo, su quanto sia fortunato ad avere la famiglia che ho.
676 di questi giorni.
21 aprile 2008
Ridiamoci su
17 aprile 2008
De Amore Rerum Suarum
Rispondo con un post ad un commento inviatomi circa le ultime elezioni, poiché credo possa essere utile un po' per tutti riflettere sul risultato elettorale.
Caro Marco Brandi, se, in un derby decisivo per il campionato, la tua squadra perdesse, ti dispiacerebbe? In questa ottica devi vedere il dispiacere da me esternato. Niente mancanza di umiltà, solo legittimi sentimenti. Se poi vogliamo fare un'analisi un po' più approfondita del voto, allora al dispiacere si aggiunge un'amarezza latente; ma non perché "ha vinto l'altra squadra", ma perché di colpo mi sono ritrovato consapevole che non si vota più per un ideale. E non ci sono più ideali.
Questo è il dato più rilevante della scorsa campagna elettorale: i due maggiori partiti non hanno mai parlato di ideali, di idee per cui valesse la pena lavorare; si sono limitati a lanciare tante proposte, sotto le quali (forse), ben nascosti, potrebbero esserci degli ideali. Ma ormai ci si vergogna di anteporre l'idea al percorso.
Gli ideali sono come dei fari, delle luci che dovrebbero illuminare il percorso; sono l'unica vera alternativa alla politica intesa come armonizzazione degli interessi.
Quando il pragmatismo prende il sopravvento per qualcuno può sembrare un'ottima cosa: finalmente proposte concrete e non parole vuote. Ma invece la situazione comincia ad essere drammatica, poiché la scelta elettorale si riduce a scegliere per "convenienze". Ognuno sente il diritto di anteporre il proprio egoismo a quello degli altri ed è così che si forma la scelta politica del cittadino (anche se definirla politica è improprio).
Il grandissimo risultato della Lega in Veneto, ad esempio, è pienamente comprensibile. Io ho un amico qui a Trento che viene da Padova e che non ce la fa più a sopportare la presenza degli immigrati nella sua città natale; ed è tra le migliaia di elettori che hanno ritenuto che votare Lega Nord avrebbe tutelato i propri interessi.
Poi magari se discutiamo dell'idea di integrazione, propria della cultura di sinistra, rispetto a quella di chiusura delle frontiere della Lega, lui si trova d'accordo con me. Ma di fronte alla scelta elettorale non ha esitato, poiché in campo non c'era una dialettica tra posizioni culturali, ma diverse risposte ad esigenze contingenti.
E il Partito del Popolo della Libertà ha saputo meglio rispondere alle esigenze degli elettori.
Meno tasse per tutti, dazi sui prodotti importati dalla Cina, frontiere chiuse in entrata, sono slogan facili da veicolare e di sicura presa sull'elettorato. Ma quello che a me dispiace non è che abbiano vinto questi punti rispetto a quelli del Partito Democratico, bensì che dietro non ci siano degli IDEALI, e che quindi la classe politica stia letteralmente distruggendo la morale e la cultura del popolo italiano con ignorante inconsapevolezza.
Per esempio, se domandi ad un elettore di Centro Destra quali siano gli ideali del PDL, lui non sa risponderti, o meglio "non può risponderti". Ti risponderà con proposte che ha sentito dire: "Il PDL crede che lo Stato costi troppo, quindi taglierà le tasse, eliminerà la criminalità mandando via gli immigrati clandestini, ecc."
Quindi l'ipotetico elettore del PDL non sa, né può sapere (a causa delle scelte della classe dirigente del partito) quali idee ci siano dietro il partito che vota.
Se infatti gli si domanda: "Ma il tuo partito è liberale?"
Egli probabilmente risponderà: "Si, certo, Berlusconi è il più grande imprenditore d'Italia, è avvio che sia a favore del liberismo!"
Ma l'ignaro elettore non sa che la politica economica di Tremonti è tutto fuorché liberale. Non sa che Berlusconi è tra i più grandi monopolisti del mondo e non è né liberale né liberista. Non sa che il libero mercato non piace a chi, come lui, ha una forte posizione da difendere. Così come per l'America le leggi del libero mercato valgono solo per le proprie esportazioni, mentre per le importazioni valgono rigidissime leggi protezioniste.
Non lo sa perché non ci sono più identità definite, non c'è più la possibilità di capire dove porta una certa strada intrapresa da un partito.
Tanto per continuare l'esempio dell'ignaro elettore che vota PDL, magari se avesse potuto assistere a dibattiti televisivi in cui non si parlava di proposte sciorinate al solo fine di aumentare i propri consensi, ma si dibatteva su idee e diversi modelli di sviluppo, egli avrebbe compreso che i dazi di Tremonti sono una via già percorsa e abbandonata dall'economia di un secolo fa, che il liberismo è più rappresentato dal Centro Sinistra che dal Centro Destra, che le leggi di Bersani in due anni hanno fatto quello che Berlusconi non ha fatto in dieci, ecc.
Si preferisce dire "noi metteremo il bonus bebè", e non "crediamo nel valore della famiglia e vogliamo tutelare chi in questi disperati scenari decide di mettere al mondo un figlio"; sia per non perdere il voto dei divorziati, o di chi non vuole figli, ma soprattutto per non dover spiegare come modificare questi disperati scenari. Oppure si dice "aboliremo l'ICI" e non "riteniamo ingiusto tassare la proprietà della casa", poiché scendere nel dettaglio dell'idea porterebbe ad uno scontro culturale tra più idee: è più importate togliere l'ICI a chi ha la fortuna di avere una casa, o aumentare a tutti il costo dell'acqua e dello smaltimento dei rifiuti? E già, perché i comuni i soldi dovranno pur prenderli da qualche parte. Magari mettendo autovelox con limiti di velocità al limite del pericoloso, tanto per far quadrare i bilanci comunali.
Cosa è più giusto? Questa domanda non se la pone nessuno, proprio perché sono spariti i riferimenti alle grandi ideologie del passato.
Da una parte, certamente, il superare i limiti imposti dalla visione sterili di alcuni ideali, che sono appunto sfociati nelle "ideologie", è stato un bene. Se il Centro Sinistra fosse stato legato alle idee di statalismo ed egualitarismo esasperato, non avremmo avuto tante ottime leggi che hanno effettivamente migliorato l'economia e la società italiana negli ultimi venti anni.
Ma il non sapere più a chi votare perché tuteli l'idea di uguaglianza e di Stato è altrettanto sbagliato.
Tutti hanno colpa, da destra a sinistra, non c'è qualcuno che sia stato capace di un dibattito culturalmente valido prima delle ultime elezioni.
Poi ci sono le valutazioni di merito. C'è chi non voleva Veronesi come ministro della Sanità perché è a favore della ricerca sulle cellule staminali, e chi in passato non voleva Sirchia, perché è corrotto e prende le tangenti (oggi è stato condannato a 3 anni). Quindi a volte ci sono scale di valori, scelte che gli elettori fanno.
Io, ad esempio, preferivo Veronesi a Sirchia. Ma questo nulla toglie al valore della scelta di chi alle precedenti elezioni ha preferito chi ha nominato Ministro della Sanità Girolamo Sirchia, credendo che meglio poteva tutelare le proprie idee, la propria morale.
Non metto voce sulle scelte valoriali, se ci sono. Metto voce e mi rammarico per le scelte fatta in ragione dei propri interessi, perdendo di vista la visione complessiva di una società giusta e progredita.
Proprio ieri sera riflettevo dei risultati elettorali con mio fratello.
La cosa evidente è che la il PDL ha vinto meritatamente, senza giochetti o compagne elettorali piene di baggianate. Ha vinto "programmaticamente".
Io vivo in una regione storicamente di mano al Centro Sinistra, che quest'anno ha visto un trionfo del PDL, ma ancor di più della Lega Nord. E questo è avvenuto non perché gli elettori sono cretini o non hanno capito che "la Sinistra è culturalmente superiore" (questo, secondo i destrorsi, è l'idea scevra di umiltà dei sinistrorsi - ndr. io credo sia un preconcetto infondato), ma perché hanno vinto le proposte del Centro Destra.
In definitiva, hanno vinto gli egoismi di una parte, in contrapposizione agli egoismi di un'altra. Nessuno si salva. Tutti colpevoli; tutti i partiti hanno contribuito a rendere più ignorante il popolo italiano ed a sminuire il valore della politica.
E su questa mia riflessione amareggiata, di come ormai la politica sia una contrapposizione di egoismi, Marco, che sta studiando attentamente il fenomeno in maniera "scientifica" e non "sentimentale" come me, mi ha letto una bellissimo pezzo di una lettera di Nicola Fiorentino, che riporto di seguito in chiusura di questi pensieri, un po' come monito, un po' come auspico.
«Tutto lo studio vostro, tutta la vostra applicazione deve consistere in anteporre il vantaggio della Repubblica al vostro, in insinuare questa massima alla cieca moltitudine, perché non vi è vera Repubblica quando ognuno è avvezzo ad anteporre l'utile proprio a quello dello stato, e perciò a brigar le cariche con ogni mezzo, a fare contratti usurai, furti, falsità, prevaricazioni, calunnie. Sì da voi, amatissimi miei giovani cittadini, da voi solo spero lo stabilimento della nostra Repubblica: attendete solamente a rendervi, e formare virtuosi i vostri; distruggete coraggiosamente quel terribile mostro divoratore delle repubbliche, chiamato Egoismo.»
(Dal discorso di Nicola Fiorentino indirizzato ai giovani cittadini studiosi nei giorni della rivoluzione napoletana del 1799)
12 aprile 2008
Aprile
Per queste Elezioni Politiche 2008 sarò segretario di seggio qui a Trento, e per la prima volta voterò nel mio nuovo comune di residenza. Sì, certo, per i Referendum mi è capitato di votare anche a Pisa, ma le Politiche sono un'altra cosa...
E, diciamocelo, per chi ancora ci crede sono un momento bello, coinvolgente.
Oggi, durante l'insediamento del nostro seggio, stremato per le centinaia di schede da timbrare e sistemare, ho avuto una specie di illuminazione: e se davvero ce la facessimo??
Non intendo solo il Partito Democratico, ma se davvero l'Italia si scrollasse di dosso questo velo di apatia e disfattismo e si rimboccasse le maniche? Se decidessimo che in fondo possiamo farcela, e che vale la pena darsi da fare per migliorare la qualità della nostra vita e quella dei nostri figli?
L'attimo dopo ero ad imprecare perché nell'estasi ottimista (durata tra l'altro non più di 20-30 secondi) avevo perso il conto delle schede.
Non lo so cosa verrà fuori da queste Elezioni. La mia unica speranza è che da questo aprile, come Nanni Moretti si auspicava in qualche Aprile di diversi anni fa, venga fuori qualcosa di sinistra. E se non di sinistra, almeno di civiltà...
5 aprile 2008
Il ciliegio è in fiore
27 marzo 2008
Stagioni
Il mio ciliegio sta già mettendo le foglie. Preannuncia la primavera. O forse è già qui, ed io ho dovuto guardare una pianta per rendermene conto.
Oggi ho rivisto le foto che avevo scattato a questa esile piantina che ho sul balcone di casa, nei posts del 10 novembre 2007 e del 04 gennaio 2008... e, con una nota malinconica nell'animo, ho pensato di aggiungere anche quest'altra stagione, che finora mancava, poiché un'anno fa, di questi tempi, non avevo ancora preso casa.
Inutili altre riflessioni sul tempo, ne ho lungamente parlato su questo sito. Però una cosa volevo aggiungerla.
Francesco Guccini, nel 2000, uscì con un album bellissimo, STAGIONI, per l'appunto. Le canzoni erano:
Addio (intro)
Stagioni
Autunno
E un giorno...
Ho ancora la forza
Inverno '60
Don Chisciotte
Primavera '59
Addio
Ora, a ben ascoltare le canzoni, le "stagioni" rappresentavano le fasi della sua vita, valide un po' per tutte le vite. Alcune, come Autunno, sono poesia pura, fondamentalmente descrittive, ma con riflessioni filosofiche alquanto depressive; altre, come Stagioni, sono "commemorative" di un'epoca storica oramai finita.
Il punto è che, pur con diverse sfumature, tutte le canzoni sono tristi. Persino Ho ancora la forza, antitesi e in un certo qual modo anche preludio di Addio, è triste.
Alla fine di ogni stagione, si deve far la conta degli amici andati e dire: ci vediamo più tardi...
14 marzo 2008
l'Unità
«Che tutti siano uno» (Gv.17,21). Per queste parole siamo nati, per l'unità, per contribuire a realizzarla nel mondo. Chiara Lubich
2 marzo 2008
Alla Scaletta
Venerdì, Ciccio Veltre e Francesco Scigliano sono venuti a trovarmi in quel di Trento.
Abbiamo passato un fine settimana all'insegna del vivere intensamente quel poco che a vivere ci è dato.
Ciccio, Andrea Felix (mio collega di lavoro), io e Scigliano, ci siamo immersi nella Trento più vera, quella fatta di presente e passato. Dopo una visita al Lago di Caldonazzo, una cena al Pedavena, un passaggio al Centro Sociale Bruno, alla Cantinota e un drink alla Sacrestia, siamo approdati ad un luogo storico che però era chiuso: La Scaletta.
Abbiamo scattato una foto, come se chiunque potesse capire l'importanza di un posto che non ha vissuto.
Ma nessuno può. Capire, sentire sulla sua pelle le emozioni di un passato che non torna. Sotto le volte della Cantinota un tempo si riunivano ragazzi entusiasti e vogliosi di cambiar il modo: delle Brigate Rosse, però, ora non resta niente. Ragazzini viziati e menefreghisti si dimenano al suono di musica tanto stordente quanto insignificante, come animali vogliosi di dimostrare la loro originalità; peccato che risultano tristi nel loro essere uguali a se stessi.
La Scaletta, chiusa da mesi, ci ricorda che i posti di incontro tra cultura e divertimento appartengono forse ad un'altra epoca...
Guido piano, e ho qualcosa dentro al cuore; che mistero, non so neanche dove andare...
22 febbraio 2008
10 febbraio 2008
Il mito del Labirinto di Guzzetta
Per spiegare il titolo di questo post forse ci vorrebbe un settimana, ma per gradi proverò a riassumere gli elementi salienti che mi hanno portato a raggiungere l'incredibile illuminazione racchiusa nel Mito del Labirinto di Guzzetta.
Martedì della scorsa settimana è venuto a trovarmi, dalla lontana Svizzera, Daniele Di Lullo, compagno di Ingegneria Senza Frontiere prima, e di Sinistra Per poi.
Con lui ho lavorato per diversi giorni ad un progetto di impresa che avevo da tempo in mente e che, con passione e spirito di sacrificio (finivamo di lavorare a computer sempre dopo le due di notte), abbiamo meglio strutturato. E' da poco on-line una breve presentazione del progetto; chi fosse interessato può dare un'occhiata al sito di ICE - Interworking Center for Experimentation .
Una di queste sere di lavoro, dopo cena, viene a trovarci a casa nientepocodimenoche Giorgio Guzzetta, nostro comune ex-collega di università, nonché socio di ISF-Pi.
Giorgo si trova a Trento per un dottorato da agosto, ma ci voleva la venuta di Daniele per farci incontrare.
Dunque, tornando alla sera dell'incontro con il Guzzetta, del quale molti denunciano l'incredibile somiglianza con Saint-Simon (una reincarnazione?), ci capitò di imbatterci in discussioni profonde, al limite del metafisico. Giorgione, pur non essendo (ahimè!) né utopista, né socialista, come il nostro Henri de Saint-Simon, può almeno considerarsi una specie di filosofo.
Ed è in questa veste che quella sera ci rivelò un profondo pensiero; tale pensiero mi piacque così tanto che lo elessi subito a "mito", denominandolo "Il Labirinto di Guzzetta". Poi, però, durante le discussioni seguenti a tale rivelazione filosofica, l'aneddoto si arricchì anche di mie riflessioni, tant'é che alcuni studiosi lo chiamano ormai Il Mito del Labirinto di Guzzetta-Martino.
Ed è questa ultima versione che ora vado a raccontarvi, cosicché possiate anche voi beneficiare della saggezza di Padre Guzzetta (ebbene sì; Giorgio oltre alla somiglianza con Saint-Simon, ha un'illustre omonimia).
La vita è come il cammino in un labirinto. E gli uomini credono che lo scopo sia quello di trovare l'uscita. Ogni uomo o donna ha il suo personale labirinto, che è diverso da quello di ogni altro. In questo labirinto sono disseminati per terra tanti pezzi di un puzzle e l'immagine che vien fuori dalla composizione di questo puzzle non è altro che la mappa del labirinto stesso.
Noi uomini, quindi, siamo alla perenne ricerca di questi pazzi pezzi di un impossibile puzzle; impossibile perché i pezzi non sono facili da comporre, in quanto non è detto che quelli che trovi si riferiscono alla medesima parte della mappa. Oppure magari riesci a comporre una parte della mappa, poiché hai trovato una decina di pezzi contigui, ma non è detto che tale pezzo rappresenti la zona della mappa in cui ti trovi, e quindi ti è inutile per uscire dal labirinto. Può essere per fortuna, caso, o Provvidenza che a volte trovi dei pezzi utili, che ti aiutano a comporre una buon pezzo di mappa, e ti sembra di capire dove ti trovi e dove devi andare. Spesso gli uomini provano a condividere questo tipo di intuizione con gli altri. Alcuni scrivono libri, altri fondano religioni, ma tutti hanno in cuore l'obiettivo di condividere col prossimo la propria mappa. Peccato che i labirinti rappresentati siano differenti. Certo, alcune cose sono simili, come le pareti, la pavimentazione di cui è fatto il tracciato, e quindi il confronto con l'altro è alla base della crescita dell'individuo; perfino la tecnica per comporre i pezzi può essere importante confrontare col prossimo. Ma resta il fatto che siamo fondamentalmente soli in questo cammino.Quindi gli uomini si affannano a raccogliere quanti più pezzi possono, ma spesso la morte li coglie che sono a pochi metri di distanza da dove sono partiti. Molti girano in tondo, altri arrivano quasi vicino all'uscita del labirinto, senza rendersene conto. Fatto sta che, se qualcuno riesce ad uscire, non può spiegarlo agli altri.
13 gennaio 2008
Partiremo un giorno in due
perché sono i turisti che partono d'estate.
Partiremo di autunno perché non abbiamo paura di andare incontro all'inverno.
E partiremo di mattina presto,
per mettere, durante il primo giorno di viaggio, quanta più distanza è possibile tra noi e la nostra casa;
così che, a sera, non ci venga in mente di tornare indietro.
Partiremo in due.
Due amici, due amanti, due nemici, due complici, due pellegrini, due fuggitivi.
Due di due concetti, di due cuori, di due opposte sensibilità, due di due idee, ritrovate una volta in un libro, poi dimenticate.
Partiremo perché è ora, non perché dobbiamo.
Partiremo perché vogliamo, non perché è tardi.
E, soprattutto, partiremo per non arrivare, perché in fondo non ci è mai interessato;
perché la vita ci ha insegnato
che è la strada che fa il pellegrino,
non la meta.
12 gennaio 2008
Per quanto io odii la solitudine
Chi cammina solo può partire oggi, ma chi viaggia in compagnia deve attendere finché l'altro non è pronto.
Henry David Thoreau
8 gennaio 2008
one year ago
4 gennaio 2008
Withe Landscape
Ieri sera, alle 21.40, dopo 8 ore del solito megaviaggio sui soliti treni affollati e progettati per viaggiatori senza valigia, sono arrivato a Trento con Maria Giovanna. E nevicava.
Trento bianca, di notte, è stupenda.
Anche questa mattina, appena svegliato, lo spettacolo che si è rivelato alla tenue luce del sole è stato bellissimo: neve tutta intorno, che, come un colore sfumato di Friedrich, smaterializzava il paesaggio e lo rendeva surreale.
Come di consueto ho fatto una foto al ciliegio nano che ho sul balcone di casa... silenzioso testimone del susseguirsi repentino delle stagioni.
La cosa strana (e decisamente piacevole) di quando nevica, è che il freddo è più che sopportabile; la temperatura si attesta intorno agli 1-2 gradi e rimane costante. Ho sofferto il freddo molto di più, ad esempio, questo Capodanno, in Toscana. Sono stato per 3 giorni, con quasi tutta la famiglia da parte di madre, a Loppiano, vicino Firenze, e, benché ci fosse spesso il sole, il freddo era tagliente.
Ed ora una poesia sul nuovo anno che ho scritto in un attimo di scoraggiamento a Capodanno del 2006.
Titolo: 01/01/2006, ore 6.05 a.m. (alla finestra)L'alba del nuovo mondo,
il sole del nuovo anno,
sorge lì, dietro le montagne.
Ed io non la scorgo.
Buon 2008 a tutti. E buona vita.