L'altro ieri sono tornato da Milano. Ora sono a Calvi per preparare le ultime cose; la prossima settimana mi trasferirò a Trento, per iniziare lì una nuova avventura.
In quel di Milano ho potuto incontrare due carissimi amici, Lorenzo (in foto) e Luigi, il Poeta. Del Poeta non dispongo di foto, essendo egli una persona riservata e prossima al successo, quindi considera un paparazzo chiunque osi scattargli una foto : ) .
Mentre con Lorenzo ci siamo concessi diverse, compromettenti, foto (anche con la statua di Indro Montanelli), ma per ragioni di decenza, evito di pubblicarle tutte.
Rivedere un amico è un po' come tuffarsi in un altro tempo, in quello che si era quando ci si è conosciuti, nel tipo di vita che si faceva, nel genere di discorsi che ci accomunavano.
E quindi, mentre con Luigi parlavamo di sciamani, con Lorenzo, ad ogni piè sospinto, avanzando anarchici per Corso Buenos Aires, masticavamo lenti le stupidaggini della politica italiana, sempre pronti a maledire ora Berlusconi, ora Bush, ma pur sempre critici nei confronti di chi non sapeva incarnare la nostra, rossa, idea di Sinistra.
Milano, di rosso, ha solo il nuovo negozio della Ferrari in pieno centro. Per il resto è un inno smodato al sodalizio capitalismo-consumismo.
Ma dire che "si stava meglio quando si stava peggio", o che "non li fanno più i monumenti di una volta", non giova certo al presente, a quello che di concreto possiamo fare e dare noi, qui ed ora.
Quindi, con stanca determinazione, ci accontentiamo di quel volontariato, o impegno politico, che ancora ci fa sentire vivi, fattivi, concreti.
...E con altrettanti stanchi automatismi, l'Homo Faber di questa fredda città, prende l'ultimo tram per Piazza Caneva, ormai impermeabile alla fatica ed al disgusto di viaggiare in questo caotico formicaio, dove la vivibilità è un concetto per ricchi, sicuri nei loro attici, come poltrone imbottite, adagiate sulla schiena dei lavoratori.