Sto partendo per Roma, finirò l'anno lì.
Chissà perché Capodanno ha per me il sapore nostalgico del tempo dei bilanci. Più che un guardare avanti al nuovo anno è un guardare indietro all'anno appena trascorso, analizzarne fallimenti o successi, esperienze o mancate opportunità.
La settimana scorsa sono stato per due giorni a Perugia, città davvero bella, che non avevo mai visitato bene prima di allora. La riflessione che più e più volte mi veniva da fare era pressappoco questa: "Chissà quanti altri magnifici posti ci sono in Italia e nel mondo come questo, ed io non li vedrò mai".
La presa di conoscenza dell'oggettiva impossibilità di vedere e conoscere il vedibile ed il conoscibile, mi ha dato una certa pace interiore, come se d'un tratto avessi capito quanto inutile e dispendiosa sia questa smania di viaggiare, scoprire, ritornare.
Quindi forse il bilancio di quest'anno non sarà poi così negativo; non perché abbia visto e viaggiato a sufficienza, ma perché mi accontenterò del fatto, senza l'ansia del futuro, né rimpianti per il passato.
Ed ora devo iniziare a convincermi di quello che ho appena detto.
Buon anno. E buon vento.