Dopo i corsi sullo sviluppo sostenibile con Ingegneria Senza Frontiere, conferenze e dibattuti sulla Decrescita, anni di ricerca sull'Economia Sostenibile e un latente "attivismo green", pensavo di averle viste un po' tutte le ricette per aumentare la finestra di permanenza della specie umana sulla faccia della Terra.
Invece la proposta del Movimento di Transizione mi è suonata nuova, soprattutto nell'approccio metodologico: niente pretesa di cambiare il mondo con politiche globali, ma cambiamento dal basso, favorendo i processi di partecipazione e di auto-organizzazione delle comunità.
Le Città di Transizione (Transition Towns) sono alla base di un movimento fondato dall'ambientalista Rob Hopkins circa 7 anni fa. L'obiettivo del progetto è di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal riscaldamento globale da una parte e del picco del petrolio dall'altra.
Soprattutto quest'ultimo aspetto mi ha in un certo senso allarmato. Sembra infatti che non sia all'ordine del giorno di nessun governo l'affrontare la sfida, ormai imminente, della fine della risorsa energetica per eccellenza. Eppure si tratta di un fatto inevitabile: la primaria risorsa fossile su cui si basa la nostra economia e le nostre società si sta rapidamente esaurendo; abbiamo superato il picco produttivo quest'anno e già nel 2015 mancherà un 10% di petrolio rispetto alla domanda globale.
Se a questo aggiungiamo gli altri "picchi" (picco dei metalli, dei minerali, del suolo, dell'acqua, del debito, della salute), è evidente che è sempre troppo tardi per impegnarsi nel cambiamento.
E invece niente. Ho appena finito di ascoltare il primo confronto televisivo fra i 5 candidati alla Primarie del Centro-Sinistra, e nessuno ha lontanamente parlato non solo di questo problema, ma nemmeno di quello ambientale o del riscaldamento globale. Se escludiamo un vago accenno al nucleare (in chiave meramente polemica e non programmatica), non c'è stata traccia della tematica ambientale e energetica negli interventi di nessun candidato. Poveri noi.
Ma forse non importa preoccuparsi, la fine del mondo è comunque vicina, al 21 dicembre 2012 mancano meno di 40 giorni...