Ieri sera, alle 21.40, dopo 8 ore del solito megaviaggio sui soliti treni affollati e progettati per viaggiatori senza valigia, sono arrivato a Trento con Maria Giovanna. E nevicava.
Trento bianca, di notte, è stupenda.
Anche questa mattina, appena svegliato, lo spettacolo che si è rivelato alla tenue luce del sole è stato bellissimo: neve tutta intorno, che, come un colore sfumato di Friedrich, smaterializzava il paesaggio e lo rendeva surreale.
Come di consueto ho fatto una foto al ciliegio nano che ho sul balcone di casa... silenzioso testimone del susseguirsi repentino delle stagioni.
La cosa strana (e decisamente piacevole) di quando nevica, è che il freddo è più che sopportabile; la temperatura si attesta intorno agli 1-2 gradi e rimane costante. Ho sofferto il freddo molto di più, ad esempio, questo Capodanno, in Toscana. Sono stato per 3 giorni, con quasi tutta la famiglia da parte di madre, a Loppiano, vicino Firenze, e, benché ci fosse spesso il sole, il freddo era tagliente.
Ed ora una poesia sul nuovo anno che ho scritto in un attimo di scoraggiamento a Capodanno del 2006.
Titolo: 01/01/2006, ore 6.05 a.m. (alla finestra)L'alba del nuovo mondo,
il sole del nuovo anno,
sorge lì, dietro le montagne.
Ed io non la scorgo.
Buon 2008 a tutti. E buona vita.